Sempre la stessa storia dall’Egitto di al-Sisi: una manciata di post Facebook di dissenso bastano per portarti a processo con l’accusa di propaganda sovversiva. Da lì inizia una vera odissea che viene portata avanti a suon di rinnovi di 45 giorni della custodia cautelare -che può raggiungere una durata totale anche di 2 anni-. Patrick Zaky, studente egiziano all’Università di Bologna, lo sa bene: ieri la Corte d’assise del Cairo gli ha rinnovato di altri 45 giorni la custodia cautelare. A comunicarlo è la legale Hoda Nasrallah.
Il giovane, arrestato in circostanze controverse il 7 febbraio, è da mesi in balia della dittatura egiziana, la stessa a cui si deve la morte dell’italiano Giulio Regeni. Questa nuova udienza ha rinnovato la custodia cautelare condannando Patrick ad altri terribili 45 giorni lontano dalla sua famiglia e dai suoi affetti che tanto calorosamente lo aspettano portando avanti la battaglia per la sua scarcerazione. Amnesty International già l’altro ieri si era detta pessimista visti i recenti arresti di tre dirigenti della ong egiziana per la difesa dei diritti umani per la quale Patrick era ricercatore in studi di genere.